Le dune di Torvaianica, situate nel Comune di Pomezia (Rm), sono il proseguimento delle dune di Castel Porziano (Rm), unica area in questo contesto ad essere stata riconosciuta Riserva naturale, in collegamento con le dune di Capocotta site a confine con il Comune di Roma.
Le dune rappresentano a livello nazionale gli habitat tra i più belli, ma anche molto vulnerabili, per questo è necessario conoscerli per tutelarli sia per il presente e per le generazioni future.
Nel nostro Comune, non mancano zone di dubbia bellezza, che le rendono le più frequentate dai romani e anche dai castellani.
Le dune costiere sono caratterizzate dalla presenza di vegetazione psammofila (adatta a vivere sulla sabbia) che le rende strutture stabili, generalmente parallele alla linea di costa.
La loro formazione è il risultato di un bilancio tra la sabbia che si accumula, grazie all’azione del vento e quella che viene sottratta principalmente dall’azione marina.
Dal mare verso l’interno si distinguono le seguenti fasce:
- Zona afitoica: priva di vegetazione, corrisponde alla zona raggiunta dall’acqua marina, inospitale per la vita vegetale.
- Zona di deposito: è la fascia dove si accumulano i resti di Posidonia oceanica (pianta marina). Qui, dove la sabbia inizia ad arricchirsi di sostanza organica per decomposizione della posidonia si insedia una vegetazione pioniera nitrofila (predilige ambienti ricchi di azoto) e alotollerante (tollera la concentrazione di sali) dominata da Cakile maritima.
- Duna embrionale: subito dopo la zona di deposito si stabilisce una vegetazione dominata da graminacee con apparati radicali e rizomi orizzontali, quali l’agropiro (Elymus farctus). Grazie agli apparati radicali che non penetrano in profondità, queste specie evitano di raggiungere l’acqua marina sottostante. Inoltre, gli apparati radicali permettono un certo accumulo di sabbia, dando avvio al processo di formazione della duna.
- Duna bianca, o mobile: è marcata dalla presenza di Ammophila arenaria, una specie molto importante nel processo di formazione della duna.
- Duna grigia, o fissa: una volta che la duna si arricchisce di sostanza organica, diventando più compatta e fertile, viene colonizzata da specie come la Crucianella maritima.
- Duna stabilizzata: nelle dune più mature, più vicine all’ambiente prettamente continentale, la vegetazione è costituita da arbusti come lentisco, corbezzolo, rosmarino, fillirea e boscaglie a ginepro e tamerici.
- Spazi interdunali umidi: tra le dune possono formarsi accumuli d’acqua meteorica dove si insedia una vegetazione completamente differente, dominata dai giunchi.
La vegetazione cespugliosa lascia poi il posto nell’entroterra alla specie di alto fusto tipiche della macchia mediterranea, in particolar modo le querce.
Si trovano boschi a leccio (Q.ilex) o boschi misti caratterizzati da farna (Q.robur), farnetto (Q.frainetto) e sughera (Q. suber).
Particolare attenzione merita il giglio di mare (Pancratium maritimum) e Ammofila Arenaria (Ammophila littoralis) specie regolamentate e protette (L.R. 61/74) .
Alcune piante oggi presenti sulle dune mediterranee provengono da altri Paesi e alcune di loro sono molto invasive e causano danno alla biodiversità ossia alla vera ricchezza di questo ambiente. Tra queste piante alloctone le più diffuse sono rappresentate dal fico degli ottentotti (Carpobrotus edulis) e dall’Agave (Agave americana).
Molto interessante è anche la fauna delle dune di Torvajanica: non solo i coleotteri, la cui presenza è considerata un marcatore naturale di zone simili, ma anche alcuni anfibi come il rospo smeraldino (Bufo viridis), la raganella (Hyla spp) e la lucertola campestre (Podarcis sicula). Per alcuni meno piacevole, ma anch’essa utile in un’ottica di equilibrio ecosistemico, è la presenza del serpente biacco (Coluber viridiflavus) e del cervone (Elaphe quatuorlineata), entrambi esemplari non velenosi di lunghezza media intorno al metro.
L’erosione costiera e la forte antropizzazione del litorale laziale, conseguente anche all’abusivismo edilizio, rappresentano le principali minacce per la conservazione dell’ambiente dunale costiero.
L’urbanizzazione selvaggia dei litorali oltre che deturpare il nostro patrimonio paesaggistico, ha provocato la quasi totale distruzione dei cordoni dunali che costituivano sia una riserva di materiale sabbioso, sia una barriera di protezione dagli eventi meteomarini più intensi.
In particolare, tra i disturbi antropici, il calpestio connesso prevalentemente alle attività ricreative balneari e la pulizia meccanica delle spiagge, sono la causa della degradazione e semplificazione delle varie comunità vegetali.
Le dune rappresentano a livello nazionale gli habitat più a rischio di tutti, per questo sono necessari particolari interventi nel presente e nel prossimo futuro.
Il Comune di Pomezia è tra i sostenitori della carta dei Comuni custodi delle dune mediterranee , si possono seguire le iniziative su www.dunecostiere.it e youtube.com/comune/user/comunedipomezia.it.
Nel 2015 è stao eseguito il Piano Dunale denominato “Individuazione e valutazione di formazioni dunali e ambienti litorali caratterizzati da dinamiche eoliche nel tratto costiero del comune di Pomezia, ai fini della loro conservazione e valorizzazione.” realizzato dallo Studio GEOSPHERA di Latina, che sono diventate nel 2020 parte integrante del regolamento del verde (allegati D1-D2-D3 scaricabili dal link https://www.comune.pomezia.rm.it/regolamenti_ambiente ) completati dagli allegati Relazione e D4 ( vedi albo pretorio delibera di giunta 2020/230)
Il Comune nel 2021 ha ricevuto un finanziamento dalla Regione Lazio per la difesa costiera dei 9 km. E’ in fase di stesura un progetto di protezione e salvaguardia della biodiversità degli habitat costieri, segui la pagina dedicata potrai tenerti informato sulle fasi e le spiegazioni delle scelte adottate.
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