Fulcro dell’architettura razionalista e del nuovo approccio contemporaneo agli spazi pubblici, Pomezia ancora oggi mostra fiera il suo “urbanismo sperimentale”
Sin dall’antichità si è utilizzata la definizione città di fondazione per definire quelle città che non hanno avuto uno sviluppo spontaneo, particolarmente radicato nella storia, quanto piuttosto i nuclei urbani sorti sulla base di necessità contingenti. Mentre nella contemporaneità questa tendenza si è ridotta e riguarda soprattutto i Paesi in via di sviluppo.
Sino alla prima metà del Novecento la nascita di nuove località aveva una molteplicità di funzioni ragguardevoli, a cominciare dai progetti di bonifica dei territori, della loro antropizzazione e miglioramento della qualità della vita di specifici ambiti geografici.
È il caso di Pomezia, tra le Città di Fondazione (cosiddette Città Nuove), nate tra gli anni Venti e Trenta del Novecento insieme a Latina, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Colleferro e Guidonia; tutte situate nel territorio della Regione Lazio. Pomezia, posta a sud di Roma, conserva pressoché inalterato il suo Centro Storico, tanto da qualificarsi tra i massimi esempi dell’espressione costruttiva dell’epoca.
La nascita di Pomezia come città di fondazione
Con la legge sulla “Bonifica Integrale”, emanata dal Governo Mussolini nel 1928, l’Opera Nazionale Combattenti realizza i nuovi centri di fondazione su tutto il territorio nazionale e tra questi le cinque città dell’Agro Pontino: Littoria (1932), Sabaudia (1934), Pontinia (1935), Aprilia (1937) Pomezia (1939). A Pomezia il concorso per la realizzazione della città, bandito nel 1937, viene vinto dal gruppo 2PST, formato dagli architetti Concezio Petrucci e Mario Tufaroli Luciano insieme agli ingegneri Emanuele Filiberto Paolini e Riccardo Silenzi, già autori della Città di Aprilia.
Pomezia viene fondata il 25 aprile del 1938 e il Comune è formalmente costituito il 3 giugno dello stesso anno. A partire dalla sua inaugurazione, avvenuta il 29 ottobre 1939, Pomezia si qualifica sin da subito come città di collegamento tra la Capitale e la provincia di Littoria (oggi Latina), con l’appellativo di Porta di accesso al territorio redento.
Con l’atto di fondazione iniziano i lavori di costruzione della Città. La scelta del monumentalismo degli spazi e degli edifici ricalca il gusto estetico di quegli anni, improntato a linee nette e severe che giocano però sui delicati equilibri cromatici dei materiali di rivestimento degli edifici: tufo, travertino e intonaco locale. Il Centro Storico di Pomezia rappresenta in tutte le sue fattezze architettoniche, urbanistiche e storico-artistiche l’elevato grado dei suoi progettisti. Oltre ai già citati architetti ed ingegneri, ad operare nel cantiere pometino sono nomi illustri del panorama artistico dell’epoca: Ferruccio Ferrazzi, Venanzo Crocetti, Cipriano Efisio Oppo, Fedrigo Papi, Corrado Corelli, Francesco Coccia, Peppini Piccolo, Giuseppe Eugenio Fegarotti.
Il Nucleo Architettonico Aulico di Fondazione
Contrariamente a Latina e Sabaudia, dove è più evidente una mappa radiale, Pomezia è caratterizzata da un approccio urbanistico di stampo romano, con strade parallele che richiamano cardi e decumani.
Quello che oggi è conosciuto come nucleo architettonico aulico di fondazione include le principali architetture di rappresentanza e simboliche della Città:
- La Piazza, sulla quale affacciano gli edifici del potere civile e religioso, oggi rinominata Piazza Indipendenza;
- La Casa Comunale o Municipio, sulla quale domina la Torre Civica (ex serbatoio idrico) distrutta durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita tenendo fede al progetto originario;
- La Chiesa, consacrata a San Benedetto Abate, caratterizzata da una monumentale facciata su cui si impone l’opera scultore di Venanzo Crocetti con le “Storie di San Benedetto;
- La Casa del Fascio, che ospitava la sede amministrativa dell’allora partito locale;
- L’Edificio delle Poste e Telegrafi, anch’esso fondamentale nell’architettura del nucleo edilizio principale delle città pontine in quanto costituiva il tramite comunicativo tra le nuove cittadine e il resto d’Italia.
Alle spalle della Casa Comunale è collocato l’edificio della GIL (Gioventù italiana del littorio), composto dalla scuola, asilo e palestra.